Turismo, mutamento climatico e Antropologia

Cambiementi nell'optimum climatico e il turismo nei prossimi 70 anni (Ipotesi)Quali sono i cambiamenti che dobbiamo aspettarci nei prossimi anni nel settore del turismo in Toscana?

Per un paese come l’Italia, dove il turismo è una risorse importante, occorre comprendere come potrebbe cambiare il panorama nei prossimi 60 anni. Non sarà un cambiamento ‘netto’ dato che le variabilità stagionale ‘naturale’ del clima nelle aree mediterranee (per intendersi i naturali casi di freddo, caldo, siccità ecc.) è paragonabile agli estremi previsti nei cambiamenti climatici globali. Questo ‘rallenta’ molto la nostra reale percezione di mutamento. Ma il cambiamento c’è e porterà trasformazioni importanti nella vita di tutti e se iniziamo a pensarlo oggi, potremmo essere molto resilienti.

L’Unione Europea, con il progetto PESETA cerca di dare risposte ai vari settori economici. La figura sopra è una proiezione per gli anni 2071-2100 per gli optimum climatici legati al turismo estivo. E come vediamo, è possibile che la Toscana passi da Eccellente o molto buono ad accettabile. Un cambiamento non da poco, considerato che il Turismo estivo è una importante risorsa economica. Le scienze Demo-Etno-Antropologiche (o erroneamente indicate come Antropologia Culturale) possono daer grandi apporti per le strategie di  mitigazione e adattamento al mutamento climatico.

Qualcuno poco ottimista potrebbe anche dire: ‘Che ce frega? Tanto non ci saremo!’
Beh, risponderei, diciamo che non è una scadenza della bolletta che tagliano la luce. É una strada che stiamo percorrendo da molti anni, e il grafico a sinistra (anni 1961-1990) è di 25 anni fa, e la situazione in Toscana è già cambiata (Vedi articolo). Se tendenze e proiezioni si manterranno, gli effetti si faranno sentire molto prima del 2070!

In realtà il buonsenso ci dice che qualcosa è cambiato. Le abitudini si stanno trasformano, anche perché il lavoro è cambiato e le grandi chiusure con conseguenti esodi di massa sono oramai un ricordo. Fare finta di niente non aiuta.

In Italia l’offerta di servizi correlati al turismo non è tra le migliori e le più professionali d’Europa, però abbiamo il vantaggio di una meravigliosa strategia di marketing attivata secoli fa e di avere una densità di beni culturali, materiali e immateriali superiore alla media.

Ma se alla fine al mare andranno tutti sull’atlantico o meglio nel Baltico dovremo prepararci.

E l’antropologia culturale che c’entra? Tutto.

Al momento non sussistono seri dubbi: «L’influenza umana sul sistema climatico è chiara. Ciò è evidente dalle concentrazioni crescenti di gas serra in atmosfera, dal forzante radiativo positivo, dal riscaldamento osservato e dalla comprensione del sistema climatico»1. Su questo sono d’accordo la grande maggioranza degli scienziati. (Vedi: Cambiamento Climatico: quanto vogliamo ancora aspettare?)

 

Le attività umane sono essenzialmente legate alle rappresentazioni che si hanno della ‘realtà’. Quando vogliamo capire gli esseri umani, non è solo importante come sono veramente le cose, ma come le pensiamo e come in base alle nostre rappresentaizoni prendiamo le decisioni.  Le Scienze Demo-Etno Antropologiche (a volte viene utilizzato il termine Antropologia Culturale per distinguere dall’Antropologia Fisica) studiano gli esseri umani, con particolare attenzione alla dimensione simbolica. 
Il contributo che possono portare è quindi fondamentale per tutte le aziooni che coinvolgono gli esseri umani ed in primis quando si lavora per cercare di cambiare abitudini e strategie che stanno portando il nostro pianeta verso una sostanziale trasformazione.

Secondo l’IPCC2 è ancora possibile evitare i peggiori effetti. Occorre però agire velocemente. E l’antropologia può essere di grande aiuto.

Note e Link

Testi IPCC tradotti in Italiano

1CLIMATE CHANGE 2013, The Physical Science Basis, Sintesi per i Decisori Politici (IT)

2 Intergovernmental Panel on Climate Change

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